No.
Parto con questa risposta netta e decisa.
Non è certamente il mio intervento per far cambiare rotta la soluzione migliore per quella persona.
Anche se vedo già dove andrà a schiantarsi, anche se vedo già cosa c'è dopo quella curva.
Ho imparato sulla mia pelle che il percorso di ognuno è costellato di curve talvolta pericolose, di cadute, di delusioni..ma le tappe vanno vissute, così come sono, e da ognuna va tratto l'insegnamento che ne deriva.
Ammesso che si voglia guardare verso quella direzione.
Diversamente si alimenterà la frustrazione per le ingiustizie della vita.
Tante volte avrei voluto migliorare la condizione di chi amavo e amo, altrettante volte ho buttato via tempo ed energie perchè laddove in quell'occasione ho "salvato", si sono presentate successive situazioni in cui la persona ha dovuto ripassare per quegli ostacoli e affrontarli con le proprie forze. Autonomamente.
Sì, così è il gioco. Ognuno deve vivere la propria partita con gli strumenti di cui è stato dotato e cercare le soluzioni migliori per uscirne arricchiton nè perdente, nè vincente.
Non funzionano le intromissioni di esterni che desiderano agevolare l'arrivo al traguardo. 
Fanno solo saltare delle tappe che alla fine si dovranno recuperare. 
E aggiungo che proprio i contesti che creano disagio e sfida saranno quelli da cui la persona trarrà il migliore insegnamento e rafforzerà la propria autostima capendo di "essere in grado" di gestire faccende complicate e difficili.
Aumenterà la competenza. Rinfrancherà l'autovisione. 
Ognuno deve fare il proprio percorso, ognuno deve "vivere" ciò che la vita gli presenterà e noi possiamo solo essere lì vicini e pronti a essere di supporto nel caso ci venisse richiesto. Con amore e senza giudizio.

Guardati intorno e rifletti su quante volte hai voluto "aiutare" qualcuno che ami ma alla fine non è andata come speravi..