Si può dire tutto, nella modo adeguato. A maggior ragione le critiche, perchè se sono costruttive diventano spunti di miglioramento e non sentenze chiuse.
Sei uno stupido.
Ti sei comportato in modo stupido.
E' chiara la differenza: il primo è un aggettivo riferito alla persona mentre il secondo ad un'azione.
Si deve fare molta attenzione a come ci si esprime perchè si rischia di far passare un concetto sbagliato.
Quando vogliamo fare una critica, a maggior ragione è necessario scegliere i termini adeguati per esternare il nostro pensiero senza ferire l'altro. E' proprio una questione di COME si dice qualcosa, qualsiasi cosa.
E' un allenamento continuo anche in questo caso. Certamente richiede più consapevolezza e attenzione ma sicuramente l'effetto è che l'altra persona non si sente aggredita e si concede di ascoltare e accogliere il suggerimento o il rimprovero.
Anche nelle discussioni in famiglia, di coppia, nel lavoro vale la stessa regola: si può dire tutto, nel modo adeguato.
Lo dico da anni perchè io per prima sono stata molto molto permalosa, ma ho capito che spesso la critica è solamente espressa male e con un leggero cambio di parole diventa da personale a oggettiva.
L'importante è che il messaggio che si vuole trasmettere sia chiaro e soprattutto che lasci spazio al dialogo e non sia una sentenza "chiusa" senza margine di miglioramento.
"ciò che hai scritto è buono ma c'è qualcosa che si potrebbe definire diversamente, che ne dici?"
"hai fatto un ottimo lavoro ma si potrebbe aggiustare qualche punto, che ne dici?"
Partire dal valorizzare i punti di forza mette l'altra persona nella condizione di apertura e di apprezzamento sentendosi ADEGUATA e disponibile a rivedere o rivalutare ciò che è messo in discussione. Questo passaggio è fondamentale e come al solito...un allenamento continuo per creare interazioni produttive ed efficaci.
E tu quante volte sei giudice ? E che risultati hai ottenuto?